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Leonardo Gallori

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Molto peculiare l’idea di un’isola “viva”, vera e propria emanazione della Natura. Le descrizioni sono vibranti ed accurate, pare di aggirarsi effettivamente per Adamastos.

L’immanente senso di qualcosa di più, dove anche un solo respiro di troppo potrebbe scatenare qualcosa, è veramente originale.

Pur rimanendo un’isola densa di spunti, non sembra però molto appartenente alle latitudini mediterranee, sembra possedere un velo melanconico più nordico.

Per quanto riguarda i personaggi posso dire che Telestrato è talmente struggente, che solo per lui proporrò Adamastos in un qualche evento di gioco.

Per quanto riguarda la Ankathoto la considero un oggetto talmente peculiare che sarebbe da provare come potrebbe influenzare le successive avventure degli Eroi…

Il fatto che la Battaglia Finale presenti la Regola Speciale: Il Silenzio degli Eroi, apre a ripercussioni sul lungo periodo e a scenari successivi molto intriganti. L’isola continua ad esistere e vivere dopo il passaggio degli Eroi.

Sarebbe interessante proporre Adamastos a più gruppi e vedere cosa decidono, poi far approdare un gruppo di Eroi dopo la partenza di un altro e vederli affrontare le conseguenze delle Gesta di chi li ha preceduti…

Nota a margine ho apprezzato moltissimo l’impostazione grafica del rampicante che si dipana tra le pagine!

Selenia è di forte impatto emotivo, le descrizioni sono talmente evocative e particolareggiate che trasudano l’essenza di un’isola mediterranea degna figlia del Mito.

Gli spunti sono molteplici e possono stimolare diversi approfondimenti.

L’approdo, le fatiche e i misteri ben rendono l’idea che l’isola non è più quella di una volta.

La tempesta e la collera celeste, manifestazioni dell’ira di Poseidone, non presentano un riscontro effettivo dell’influenza del dio, solo il suo sacerdote sembra coinvolto nel problema, infatti gli Eroi non hanno ricevuto alcun auspicio a riguardo. Anche gli esiti della battaglia sono legati al dio del Tridente che scuote i mari, ma come già detto è presente, influente, ma non sembra coinvolto in prima persona, la cosa mi ha stonato un po’ come anche l’assenza di una soluzione che riporti l’isola al suo passato splendore (ma può darsi che non l’abbia intuita, dovrei effettivamente provare questo scenario).

Anche per quanto riguarda gli altri dei legati al fato di Selenia, Ares è presente nelle vene del principe ma poco di più, mentre Ecate ed Era, IMHO, anche loro hanno poca presa sugli eventi dell’isola.

Ho apprezzato molto la conoscenza del mito, la sua reinterpretazione, gli approfondimenti sulle peculiarità delle divinità, delle creature mitologiche e della società oltre ad una bella mappa dell’isola!

La flora e la fauna di Antea sono varie, come lo sono i suoi abitanti, un equilibrio idilliaco, ma apparente. Un incipit molto apprezzato!

La descrizione dell’isola è ben curata e caratterizzata.

Le fatiche, soprattutto i giochi del matrimonio, sono coinvolgenti, come lo sono le avversità, veramente appropriate al tono di Antea.

Per quanto riguarda i Misteri (ma dovrei essere l’ultimo a parlare visto che non ne ho praticamente messi nella mia isola ^^’) potevano essere approfonditi dato che portano con sé conseguenze e spunti ulteriori. Trovo Antea un’isola veramente calata nel mito nella tradizione mediterranea!

Beh, che dire? WOW! Sono rimasto veramente rapito dall’approfondimento fatto sul mito (Ecate e i trivi) e come questo sia stato reinterpretato ed adattato per dare vita a un’isola veramente unica!

La conoscenza si profonde in ogni aspetto di Sanagea, dai luoghi, altamente evocativi (Acropoli e Teatro), ai personaggi ben caratterizzati (Re Telimaco su tutti), gli Auspici latori di spunti e i Misteri motori di indagini accurate, del resto con Ecate Misteri e Segreti (e Magia, non scordiamocela, la ricompensa speciale della Trinacria con la spiga benedetta è il fiore all’occhiello!) sono fondanti!

Sicuramente proporrò Sanagea in qualche occasione!

Botia è veramente un’isola del Grande Blu Mediterraneo, personaggi, avvenimenti e luoghi sono calati nella grande tradizione dei miti, tranne forse l’unicorno…

L’aspetto che più coinvolge nell’aggirarsi per Botia sono le descrizioni, particolareggiate, vive, evocative colme di forme riscontrabili nei canti degli aedi.

Ho apprezzato molto il banchetto in quanto perno intorno al quale girano tutti gli avvenimenti dell’isola. È infatti un inusuale palcoscenico nel quale calare gli Eroi, una corsa contro il tempo, per allestire il banchetto perfetto (mi ha ricordato molto alla lontana la storia di François Vatel maestro di cerimonie del Principe di Condé interpretato da Gérard Depardieu nell’omonimo film), forse giusto la Battaglia finale mi ha convinto leggermente di meno.

Nel complesso ho apprezzato molto Botia, soprattutto per il lavoro svolto nell’uso delle parole all’interno delle descrizioni! 

Botia è veramente un’isola del Grande Blu Mediterraneo, personaggi, avvenimenti e luoghi sono calati nella grande tradizione dei miti, tranne forse l’unicorno…

L’aspetto che più coinvolge nell’aggirarsi per Botia sono le descrizioni, particolareggiate, vive, evocative colme di forme riscontrabili nei canti degli aedi.

Ho apprezzato molto il banchetto in quanto perno intorno al quale girano tutti gli avvenimenti dell’isola. È infatti un inusuale palcoscenico nel quale calare gli Eroi, una corsa contro il tempo, per allestire il banchetto perfetto (mi ha ricordato molto alla lontana la storia di François Vatel maestro di cerimonie del Principe di Condé interpretato da Gérard Depardieu nell’omonimo film), forse giusto la Battaglia finale mi ha convinto leggermente di meno.

Nel complesso ho apprezzato molto Botia, soprattutto per il lavoro svolto nell’uso delle parole all’interno delle descrizioni! 

Sono rimasto praticamente a bocca aperta nel leggere The Last Trial, Koilos trasuda veramente ἕπος!

L’isola è veramente ben strutturata e descritta, il fatto che ci si possa spostare effettivamente e che il percorso intrapreso possa influire sul finale rende tutto molto vivo.

L’assenza di auspici e approdo mette già sul chi vive gli Eroi, forse speranzosi che il loro viaggio sarebbe stato solo verso casa adesso, e invece…

Ecco arrivare i Colossi, ognuno con il proprio nome parlante (almeno la maggior parte) e i loro simboli. Tutti figli di una tradizione mediterranea fatta di titani, ciclopi, ecatonchiri, queste entità incombono in maniera veramente minacciosa sugli Eroi. La possibilità di affrontarli con approcci diversi è degna di un agone mitologico. La Battaglia Finale è pervasa di un retrogusto amaro nel caso di sconfitta, ma non per questo meno epico!

L’incarnazione dell’Avversità è infine la ciliegina sulla torta, quasi ad incarnare il Fato sotto al quale perfino gli dei devono sottostare e al quale gli Eroi, ormai giunti al termine del loro viaggio, devono provare di essere degni.

La veste grafica con cui è stata presentata Koilos è veramente sopraffina, ho apprezzato molto la cura che c’è dietro a tutto il progetto.

Giocherò sicuramente The Last Trial in una delle prossime campagne!

Nysia è veramente evocativa e ben descritta, i cinque cancelli potevano essere veramente una solida base su cui costruire ulteriori intrecci.

Riguardo gli Auspici non ho capito molto bene come si lega Afrodite a tutto…

I Misteri sono ben posti e stimolano gli Eroi a sviscerarli, forse qualche spunto in più non avrebbe gustato (e lo dico io che non ne ho messi praticamente :P).

I personaggi risultano caratterizzati, ma anche in questo caso forse qualche approfondimento ulteriore avrebbe potuto renderli veramente a tutto tondo.

Si vede la passione e l’approfondimento dei miti mediterranei profusi nella ideazione di quest’isola (seduzione da parte di Zeus, abbandono, ira di Era, sacrificio, lo zampino di Ermes, ecc.).

La proposta per la Leadership è così veramente ben congegnata che la proporrò quando un gruppo di Eroi arriverà ad Ecmuse!

Gli Auspici e i Misteri riflettono appieno lo spirito dell’isola come anche le descrizioni dettagliate dei luoghi di interesse di Ecmuse (in primis la Magione Sotterranea, degna di Ermes!) e dei personaggi coinvolti (i Diplasimi, come i Dioscuri di ArGONautica memoria possono diventare membri dell’equipaggio, e perché no essere giocati se qualche amico si unisce alla ciurma degli Eroi!).

Ho trovato l’azione molto, forse un po’ troppo frenetica, non so se c’è il rischio che gli Eroi si possano perdere dietro i numerosi fili che vengono svolti per intrecciare la trama… al netto di tutto un’isola che vorrei far giocare (inizia ad essere dura, tra quelle del manuale e le ottime proposte di questa Jam 😉)!

Apprezzo molto l’omaggio a Circe (e la sua “nemesi” l’Erba Moly) e le sue arti mistiche di trasmutazione. Mi piace il twist al fatto che chi viene maledetto si trovi mutato nell’animale a lui più affine, avrei però lavorato un po’ di più sulle varietà di fiere mediterranee come avrei speso qualche parola in più riguardo le descrizioni.

L’Auspicio di Afrodite devo ammettere candidamente di non averlo visto molto legato alla trama che si dipana per Circea.

 Avrei ampliato inoltre il discorso riguardante Filippo (un nome parlante), è un ottimo spunto ma IMHO ha bisogno di essere approfondito, mi risulta troppo importante ai fini della storia per non dedicargli qualche parola in più.

Implementabili pure le Fatiche e la Battaglia. Nel complesso un’isola densa di potenziale, mi piacerebbe vederla in futuro riveduta e ampliata così da apprezzarla appieno!

Un’isola che fa della disperazione il proprio leitmotiv. È immanente il senso di sconforto e sospetto. Le descrizioni sono talmente accurate che sembra di essere in una delle isole dell’Egeo riarse dal sole con poche risorse e per di più avvolte in una terribile ma nascosta minaccia. Complimenti!

Gli Auspici già sollevano un po’ il velo dalla morsa che attanaglia Mormora, ma su cui i Misteri possono gettare altre lunghe ombre.

La Fatica dei Riti ho l’impressione che trascinerà in maniera vivida chi giocherà nel suo gorgo di fumi da quanto è evocativo il racconto della cerimonia.

Un’isola da provare assolutamente, anche perché penso che approcci diversi, ed intuizioni diverse, possano portare ai più disparati dilemmi interiori da parte degli Eroi!

Siamo davanti ad un’isola che affonda a piene mani nel mito. Sono infatti presenti molti temi ricorrenti: il sacrificio, l’amore tragico, il mostro marino, il peso della decisione. Tutti questi spunti sono talmente importanti che dovrebbero avere lo spazio a loro dovuto, quindi sono curioso di rivedere Xerras in futuro dopo qualche piccolo rimaneggiamento.

Per quanto riguarda descrizioni degli Auspici e l’Approdo e dei luoghi e dei personaggi, non posso che apprezzare il modo in cui vengo particolarizzati!

Mi è piaciuta molto della copertina tipo vaso (e anche quelle delle altre tue/vostre isole!).

Come ho avuto già modo di dire per un’altra tua/vostra isola, la conoscenza dei miti è profonda come lo è la capacità di presentarli (la pietas per il corpo lasciato insepolto come nell’Iliade).

I luoghi, ma soprattutto i personaggi, con i loro aspetti così caratterizzanti, sono veramente vividi!

Temnon è casa di un atavico problema, due comunità distanti ma condividono gli stessi luoghi, va da sé che qualcosa prima o poi succederà. Già infatti all’Approdo si presenta il risentimento che attanaglia i cuori degli abitanti di Temnon.

La possibilità degli Eroi di intraprendere due diverse vie è suggestiva, ma penso sia altrettanto vero che spesso, per conoscere come stanno le cose, sia imprescindibile avere una visuale più ampia. È possibile pensare che alcune fatiche possano essere incroci nei quali gli Eroi possano eventualmente cambiare percorso?

Un’isola affascinante da provare sicuramente!

Mi ripeterò ancora, ma si nota una passione vera per il mito (la hybris e la conseguente punizione), la storia e le tradizioni (la xenìa, le regole che codificano il rapporto tra ospite e ospitante).

Ancora una volta siamo davanti ad una costruzione della storia fatta di Auspici, Misteri, luoghi (fin dall’Approdo è manifesto ciò che attanaglia Olos) e personaggi (i loro epiteti sono sempre specifici e appropriati) fortemente caratterizzati.

Dovrei far giocare l’isola per capire meglio le Fatiche e la Battaglia Finale, ad una prima e seconda lettura continuano ad avere qualcosa che non si connette bene, a mio avviso (ma probabilmente sono io…).

Di sicuro proporrò Olos, o ai miei Eroi o in qualche evento!

Facente parte di un quartetto di isole che affondano pienamente nel mito, pure Taras fa della grande tradizione il suo punto di forza!

Anche in questo caso troviamo descrizioni particolareggiate e spunti che trascinano (e non è tanto per dire!) gli Eroi per tutta l’isola (i Misteri sono veramente ottimi spunti). A partire dagli Auspici (apprezzatissimo Dioniso e le sue Menadi!), vera propria bussola dell’agone che fronteggeranno, all’Approdo perfetto punto di inizio della storia.

Gli epiteti dei personaggi sempre ben pensati e in linea con la cornice di Taras.

Mi ripeto per l’ultima volta, ma sarà sicuramente interessante veder giocare quest’isola!