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Forse ho capito cosa intendi. Nel primo playtest, abbiamo giocato senza mettere sul tavolo i tarocchi in prossimità delle domande considerate risposte da chi gioca il ragazzo. Questo ha generato incertezza a chi giocava la ragazza, per cui ho introdotto questa regola: si gioca normalmente e, se io nell’interazione ritengo, per parte mia (di chi gioca il ragazzo). che quella domanda abbia ricevuto risposta sufficiente, metto vicino al suo cartoncino il tarocco corrispondente. Sto dicendo a chi gioca la ragazza “Per me questa domanda ha avuto risposta” senza dirlo verbalmente. Ora, il fatto è che anche, se anche per me il contagio fosse vero, l’autorità di dire se mi ammalo e se guarisco non so chi ce l’avrà nel finale, perché quell’autorità si sorteggia casualmente (tre o quattro carte su sette). Per cui non importa: basta che sia chiaro che per te questa domanda è risposta, e si va avanti a giocare. Poi chi, nell’epilogo, dovrà narrare se il ragazzo è stato effettvamente contagiato e se sopravvive narrerà di conseguenza. Sono stato abbastanza chiaro?

(+1)

Cristallino.
Quello che mi “mancava” era proprio la possibilità, da parte della ragazza, di non avere la certezza sulle risposte avute dal ragazzo.

Ora è chiaro, grazie!

Ho inserito la regola di abbassare i tarocchi accanto alle domande proprio per rendere chiaro a chi gioca la ragazza quando chi gioca il ragazzo ritiene di aver risposto alle domande. Questo serve a due scopi:

  1. Se lui ritiene che la risposta sia da approfondire può tornare sopra alla questione;
  2. Una volta che tutti e sette i tarocchi sono stati calati (e, quindi, le sette domande hanno avuto risposta), chi gioca la ragazza deve chiedere al ragazzo di baciare la ragazza o decrivere come la ragazza provi a baciare il ragazzo. Ma, se non sei sicuro che il ragazzo abbia risposto alle sette domande, non puoi andare al finale.

Se lo avessi spiegato così, pensi che si sarebbe capito meglio? Non fossilizzarti sugli esempi che ci sono nel testo, perché vengono da un gioco di Antonio Amato. È solo per capire se con questa spiegazione avresti capito al volo come si gioca oppure no.

Non siate didascalici nel rispondere alle domande. Non iniziate le frasi con «In tutti questi anni ho fatto...», «Ti ho pensato...» o «Ho tergiversato finora perché...»; piuttosto lasciate che le risposte a queste domande emergano in maniera naturale dai vostri discorsi.

(1 edit) (+1)

A dirti la verità quello che riporti non lo metterei sullo stesso piano del passaggio che mi ha confuso. Quello che non avevo capito del tuo gioco è questo passaggio:

Quando chi gioca il ragazzo ritiene che una domanda abbia avuto una risposta sufficiente, mette uno dei tarocchi che ha in mano accanto al cartoncino con la domanda corrispondente.

Ritiene è la parola meravigliosa che mi ha fatto andare in botta.
Non tanto il ruolo del ragazzo, come posare le carte o il modo in cui giocare la scena, quanto per quel che la ragazza si trova davanti.

Nel momento in cui viene risposta una domanda, si mette un tarocco sul tavolo. Il significato di quella posa rimane celata alla ragazza perché non c’è bisogno, per il gioco, che venga esplicitata la risposta.

Ecco. Ti ho tenuto un bel po’ su questo argomento perché anche io non avevo chiaro questo punto: le 7 risposte mi sembrano un solitario.

D’accordo, messa così è brutale, ma c’è questa parte di gioco che sta cominciando ad affascinarmi particolarmente e ti chiedo di aiutarmi a comprenderla.

La ragazza gioca con il ragazzo e vede lui posare le carte sul tavolo anche quando non c’è un’effettivo chiarimento nell’argomento. Corretto? Potrebbe non sapere fino a partita finita cosa il ragazzo pensa.

Forse ho capito ben poco io il gioco e mi sto facendo dei giri mentali allucinanti, eh.
Alla fine sto parlando della sola lettura del regolamento e di una simulazione mentale del gioco.

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Sì, è così: i due giocatori dialogano e interpretano i loro personaggi e, quando chi gioca il ragazzo pensa che ormai quella domanda abbia avuto una risposta nella narrazione, cala il relativo tarocco in prossimità del cartoncino con su la domanda e segnala, così, a chi gioca la ragazza che quella risposta per lui c’è già stata. Non ritengo che sia importante chiarire quale sia la risposta perché spezzerebbe il flusso e, inoltre, penso che non serva davvero: alla ragazza basta seguire quanto emerso nella narrazione per poter giocare. Infatti, questa regola serve unicamente a dare la certezza a chi gioca la ragazza di poter andare all’epilogo senza troncare anzitempo una scena in cui chi gioca il ragazzo non ha ancora risposto a una o più delle sette domande.

Nota che, tuttavia, questo non significa che chi gioca la ragazza possa ignorare le sette domande: il suo compito è quello di cercare di far sì che la loro risposta emerga in gioco. Semplicemente, lo farà “dall’altra parte del tavolo”, giocando nel ruolo della ragazza. Siccome non sta a lui dire cosa pensa o dice il ragazzo, non potrà portare in gioco la risposta a quelle domande, ma potrà spingere il ragazzo ad andare su certi argomenti in base a come la ragazza si muove nella storia.

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Chiaro.

Prima o poi lo provo. Ho bisogno di capire in gioco come girano entrambi i ruoli.

Grazie degli appunti, mi son serviti molto. ;)

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Grazie a te.

Mi sono accorto che non ho risposto per bene alla tua perplessità. Nella mia esperienza, il gioco “in solitario” non è un rischio. Alla fine, giochi una sola scena di dialogo e interazione. Non può succedere sulla terra, a meno che non fai apposta a rompere il gioco, che ti metti a rispondere a cannella alle domande non interagendo con l’altro giocatore.