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Sì, è così: i due giocatori dialogano e interpretano i loro personaggi e, quando chi gioca il ragazzo pensa che ormai quella domanda abbia avuto una risposta nella narrazione, cala il relativo tarocco in prossimità del cartoncino con su la domanda e segnala, così, a chi gioca la ragazza che quella risposta per lui c’è già stata. Non ritengo che sia importante chiarire quale sia la risposta perché spezzerebbe il flusso e, inoltre, penso che non serva davvero: alla ragazza basta seguire quanto emerso nella narrazione per poter giocare. Infatti, questa regola serve unicamente a dare la certezza a chi gioca la ragazza di poter andare all’epilogo senza troncare anzitempo una scena in cui chi gioca il ragazzo non ha ancora risposto a una o più delle sette domande.

Nota che, tuttavia, questo non significa che chi gioca la ragazza possa ignorare le sette domande: il suo compito è quello di cercare di far sì che la loro risposta emerga in gioco. Semplicemente, lo farà “dall’altra parte del tavolo”, giocando nel ruolo della ragazza. Siccome non sta a lui dire cosa pensa o dice il ragazzo, non potrà portare in gioco la risposta a quelle domande, ma potrà spingere il ragazzo ad andare su certi argomenti in base a come la ragazza si muove nella storia.

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Chiaro.

Prima o poi lo provo. Ho bisogno di capire in gioco come girano entrambi i ruoli.

Grazie degli appunti, mi son serviti molto. ;)

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Grazie a te.

Mi sono accorto che non ho risposto per bene alla tua perplessità. Nella mia esperienza, il gioco “in solitario” non è un rischio. Alla fine, giochi una sola scena di dialogo e interazione. Non può succedere sulla terra, a meno che non fai apposta a rompere il gioco, che ti metti a rispondere a cannella alle domande non interagendo con l’altro giocatore.