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Una cosa che mi chiedo è questa: noi avevamo, di fatto, preparato due bang per lo scenario incentrato su Alagos e Beorthmund: il sogno sull’antica spada con dentro Telumissë, per Alagos, e la rivelazione che il sapere che cercava nella biblioteca era custodito in realtà a Gran Burrone, per Beorthmund.

Ecco, i bang sono eventi non ignorabili incentrati sui personaggi che portano a decisioni significative. Mi chiedo se, nella tua percezione da game master (e magari mi piacerebbe sentire anche il parere di Greta e Daniele a riguardo, come giocatori), loro hanno sentito i loro personaggi forzati in quella direzione o se, piuttosto, si sono sentiti coinvolti molto direttamente sulle proprie motivazioni, come avevamo pensato noi.

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Sarò sincero.

Il fatto che Daniele all’inizio non avesse preso in considerazione il talento Arma leggendaria mi aveva spiazzato, tant’è che gliel’ho proprio chiesto e lui mi ha detto «In realtà lo avevo preso in considerazione, ma temevo di caricare troppo la questione della spada». Poi ha deciso di prenderlo, dopo aver valutato che aveva senso dato che possedeva già l’aspetto pronto per quel talento. Con Greta forse la cosa è stata più forzata e guidata, nel senso che ho dovuto prendere per mano il personaggio per portarlo all’aggancio. Forse avrei potuto farlo meglio ma, come dici tu, effettivamente si è trattato di bang costruiti sui loro aspetti (e neanche aspetti secondari, tra l’altro).

Semmai mi preoccupo più per il bang usato con Donato e Marco, dato che era il più classico dei bang. Anche in quel caso era giustificato da un aspetto di Erthadis e ha dato modo a Marco di far emergere un lato del suo personaggio che non conoscevamo (tanto che, alla fine della sessione, ha rimodulato l’aspetto L’Arnor deve tornare ad essere il grande regno che è stato in L’Arnor deve tornare ad essere il grande regno dúnedain che è stato). Quindi alla fine, tutto sommato, non credo sia andata malissimo (io mi faccio mille paranoie su queste cose).

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Mi sento di fare due considerazioni sull’interrogativo posto. Come detto da Antonio quando ho presentato i talenti non ho accennato a quello dell’arma leggendaria. In realtà il mio sguardo si era posato più volte in quel punto. Il perché è semplice, ero “spaventato” dal termine leggendaria. In fase di setup avevamo parlato di una spada, dal forte legame affettivo e nulla più. Quindi mi sono detto, può sembrare arrogante da parte mia caricarla anche di leggenda?  È arrivato il sapiente coatto. Avevo paura di imporre l’attenzione su qualcosa che interessava soltanto a me ed ho desistito in favore di qualcosa che aiutasse anche gli altri. 

Per la questione sentirsi troppo su uno scenario railroad non l’ho percepito così . Penso che la spinta, che un gm deve sempre pur dare in qualche modo, fosse coerente con il design di gioco. Come un richiamo del fato che non si comprende, un viaggio inaspettato, un destino incrociato. Non so ancora perché ma il mio cuore mi dice di seguire questa strada. Con Greta ci siamo buttati in una scena in locanda che sembrava non avere niente a che vedere con il viaggio, il nostro dialogo ha portato a Granburrone non l’indicazione di Antonio. C’entra il destino non il Master.

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Ciao enorme Daniele!

Devo ammettere che all'inizio ho vagamente pensato ad un railroad in quel senso, sì.

L'esperienza del sogno in verità mi è piaciuta molto, penso sia anche tematicamente coerente con il genere: spesso i personaggi tolkeniani hanno premonizioni o visioni oniriche.

Ho apprezzato molto l'aggancio tra il passato a Granburrone di Alagos, il mio personaggio, e la misteriosa spada del padre di Beorthmund. Come giocatrice ho preferito puntare di più sulle relazioni anziché sul tono epico, ma in realtà sono felice che le due cose si siano unite grazie all'espediente della spada di Beorthmund.

Diciamo che per far partire l'azione era necessario un aggancio, e tramite il sogno e l'incontro tra i nostri personaggi, il grande master Antonio ce lo ha fornito. Ma questo non significa che ci abbia forzato in quella direzione. Ci ho ripensato poi, e mi sono detta che ho giocato per dare voce ad Alagos: da anni voleva tornare a Granburrone per chiedere perdono a Telumisse, e così, approfittando del tempo di pace e di un saggio compagno in cerca di conoscenze, si è messo in viaggio.

In sostanza ho giocato seguendo ciò che interessava ad Alagos come personaggio, guidata sì dallo spunto offertoci dell'enorme Antonio, ma tenendo a mente quali fossero gli obiettivi e gli aspetti meccanici di Alagos stesso.

Tu e Antonio avete creato un aggancio , infatti, sulla base delle scelte e degli aspetti di Alagos emersi nella costruzione del personaggio. Direi che non si tratta di railroad spicciolo, ma di una diretta conseguenza del portare in scena cose interessanti per il giocatore: un perfetto esempio di world building condiviso che aiuta il master a creare l'avventura e a spingere sulle relazioni, anche tra PG.