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Allora, il gioco è sicuramente molto ispirato e ritengo che tu abbia fatto un bel lavoro, anche come possibilità di leggere il gioco mentre lo si gioca (ché poi sono solo due pagine, per cui si fa alla svelta). Apprezzo le citazioni ai giochi da cui prendi spunto, che sono chiaramente i due ai quali fai espresso riferimento nell’ultimo paragrafo.

Ti faccio, tuttavia, alcune osservazioni per come mi immagino che venga fuori una partita, sperando di esserti utile a svilupparlo in futuro:

  • Probabilmente è utile precisare da qualche parte che i cartoncini che si usano per i luoghi devono essere più piccoli di quelli che si usano per le sezioni della strada.
  • Quando dici «dimenticare un luogo con tre ×» avevo capito di scrivere tre × per dimenticare il luogo, cosa che poi veniva smentita dalle regole. Forse sarebbe più limpido scrivere «dimenticare un luogo che abbia (già) tre ×» o «con sopra tre ×».
  • Ho l’impressione che la roba da tenere a mente non sia poca. Io rischierei di perdermi. Non c’è scritto da nessuna parte, e penso che lo farei comunque, ma credo che sia bene dirlo: i giocatori dovrebbero scrivere delle brevi note su quei cartoncini.
  • Il dado che detta il tono quando racconti le storie è sempre quello più basso. E fin qui tutto bene, ma ho l’impressione che tu non ti sia accorto che, tirando due dadi e prendendo i risultati più bassi stai di fatto favorendo i tratti 1-2 su quelli 3-4, e quelli 3-4 su quelli 5-6. Qualcosa mi dice che difficilmente questo era nelle tue intenzioni, perché non c’è nella tua preparazione una gerarchia tematica o di valore tra i tratti, quando li vai a scrivere: questo significa che i tratti verrebbero favoriti completamente a caso, in base a quali sono finiti casualmente nelle “zona bassa”.
  • Non dici cosa fare in caso di pareggio dei due dadi nella seconda parte del gioco. Io, a istinto, farei come nella prima: ritirerei rendendo più intenso il tono che risulterà.
  • Renderei un po’ più esplicito come andare alla fine del gioco o, perlomeno, come accordarsi su quando smettere di giocare, o in quale fase si può dire “Ok, ragazzi, abbiamo giocato abbastanza: andiamo in chiusura”. Attualmente è completamente nelle mani dei giocatori, il che non è un male di per sé, ma qualche parola a riguardo potrebbe aiutare i giocatori a muoversi meglio. Considera anche che, con un gioco del genere, è molto difficile conservare i materiali e ricordarsi cosa è successo la volta prima e, quindi, continuare la partita.
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Commento solo per dirti che sto finalmente apportando le modifiche al testo segnalate da te. Alcune però necessitano di qualche playtest e pertanto le sistemerò non appena le avrò collaudate. :) Grazie!

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Sono felice di esserti stato utile. 😉