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A parte per l’aggiornamento in sé del progetto (impaginazione, handout e correzioni), devo dire che mi hai fatto riflettere su un paio di cose che butto giù di seguito. Sono un po’ provocatorie, quello sì.


Quanto ha importanza lo sviluppo post-jam?

Direi che la risposta è “dipende”.
Sia da quanto ci si affeziona all’opera, che a quanto si pensi abbia senso portare avanti il singolo progetto. E sempre di più mi rendo conto di quanto abbia senso non sviluppare tutto, man mano che creo robine per le jam.

Sono partito proprio da quello che hai onestamente scritto nel tldr: Non avendo vinto la Jam probabilmente non porteremo avanti lo sviluppo.

Ecciairaggione!

Nel senso che io ci vedo più “problemi” nel dover sviluppare tutto:

  • Avere parecchi progetti sul proprio profilo (anche chiusi, per carità) è, sì, bello perché mostra quanto si crea, ma mi sembra quasi che si ampli la difficoltà di far passare il senso di ciò che si crea. Non solo per la legge di Hick (più scelta ha l’utente più ci mette a scegliere), se vogliamo, ma proprio dal punto di vista dell’effetto minestrone. Oltretutto itch non permette di mostrare in maniera funzionale tutti i progetti senza che diventino “uguali” nella pagina .
  • Continuare a il ciclo di “iniziare e terminare progetti”, toglie risorse e testa dal voler approfondire e dall’uscire dai binari. Senza un po’ di ozio e di procrastinazione, si rischia che l’hobby diventi troppo forzato.
  • Soprattutto si toglie il senso, per alcuni contest come il C&C, di provare a scrivere apposta qualcosa per “vincere” in base ad un determinato criterio. Nulla vieta di continuare lo sviluppo, ma scrivendo qualcosa per il gusto di restare dentro a quei criteri e di sperimentare, potrebbe non essere più incentivante post-chiusura.

In sostanza, essendo itch un modo per mostrare ciò a cui si lavora, diventa difficile per l’utente finale raggiungere davvero ciò che vale la pena provare per ogni creatore.

(Forse però si può risolvere il caos della pagina di itch studiando un modo per proporre i progetti in un modo più sobrio)

Quanto è importante scrivere “semplici esercizi di stile”

Questo secondo punto invece è ciò a cui sono arrivato domandandomi: ha senso occupare tempo con progetti che non vogliamo terminare?

Già dalla knot jam ho notato quanto il creare microprogetti fini a sé stessi (singole meccaniche, giochi corti, esplorazioni di materiali e procedure, etc) sia molto più soddisfacente che aggiungere l’ennesimo progetto alla lista, almeno per me. Cosa che ho poi bissato con la Mapemounde.
Se poi aggiungiamo all’equazione l’esplosione che ha avuto questo hobby, abbiamo come risultato una quantità di materiale ben superiore a ciò che il gruppo medio di gioco possa provare annualmente.

Chiaramente non dico di non scrivere giochi, anzi, ben vengano prodotti ben studiati e scritti. Però potrebbe essere altrettanto interessante vedere e leggere esperimenti, giusto per il gusto di farli. Anche perché ho poi paura che per alcuni creatori cadano nel problema del dover finire il gioco a tutti i costi, quando invece c’è bisogno anche solo di discutere e “giocare” prima di scrivere e terminare.

Bel log, grazie!