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Il paese dei ciechi

A topic by Antonio Amato created Jan 11, 2022 Views: 76 Replies: 3
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Ed eccomi qui, con uno dei giochi a cui sono più affezionato. Il paese dei ciechi è uno dei primi esperimenti di game design.

Si tratta di un gioco ambientato in un pueblo sperduto del New Mexico, poco dopo l’arrivo dei Conquistadores. Il pueblo è conosciuto anche come il paese dei ciechi poiché tutti gli abitanti sono privi della vista. Per alcune generazioni il paese è rimasto isolato dal resto del mondo e ormai tutti hanno perduto la memoria di cosa significhi vedere. Da quel mondo apparentemente così lontano, però, giunge qualcuno in grado di farlo: si tratta di una persona al seguito dei Conquistadores che riesce a varcare i confini impenetrabili del paese dei ciechi.

La prima stesura (scritta a quattro mani con mio fratello Giuseppe) risale al 2015, in occasione del Game Chef Pummarola Ediscion; quell’anno il tema del Game Chef era «Non il solito pubblico». Ci chiedemmo come dev’essere sognare per una persona non vedente (e ancor più cosa significhi «sognare per immagini» per una persona non vedente dalla nascita). Quello era il nostro pubblico ideale. Gli ingredienti (abbandono, libellula, quiete e sogno), invece, li usammo ripartendo il gioco in quattro fasi, una per ogni ingrediente.

Ho deciso di partecipare con questo gioco per colmare una lacuna evidenziata anche dalla giuria del Game Chef. Il gioco, infatti, nella sua versione attuale non contiene alcuna regola per la creazione dei sogni da parte di una delle persone al tavolo, quella che interpreta la persona straniera e che tiene le fila del gioco. Ho quindi pensato fosse giunto il momento di scrivere quella parte per poterla poi collaudare. Sto ragionando sull’uso di alcuni «tarocchi» creati appositamente (li ho chiamati i Tarocchi del Nuovo Mondo), che dovrebbero aiutare la persona che interpreta la persona straniera ad imbastire il sogno e renderlo interessante agli occhi (rigorosamente chiusi) delle altre persone.

Uso questo topic per tenere traccia delle cose che faccio durante la jam.

Non me l’aspettavo, ma confrontarmi con un testo scritto sette anni fa non è per niente facile. Scrivevo in maniera radicalmente differente, non solo dal punto di vista del lessico ma anche e soprattutto per quanto riguarda la struttura del manuale. Inoltre mi sono reso conto – ma non poteva essere altrimenti – che davamo (io e mio fratello) per scontate diverse cose che oggi mi affretterei ad approfondire (per esempio i termini di gioco, ma non solo). Quindi sto passando questi giorni a rivoluzionare il modo in cui presento le regole del gioco e non sto trovando tempo per dedicarmi all’obiettivo principale di questo scongelamento. Non tutti i mali vengono per nuocere, però.

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Mi ricordo del tuo progetto! In ogni caso, sai che sto provando la stessa cosa anche io Furball, che più o meno è del 2014 e di fatto man mano che lo porto avanti, sto riscrivendo tutto! Mi rendo conto di tante ingenuità che facevo prima o cose che davo per scontate (che invece ora tratto con attenzione...).

Ciao,

Giovanni

Alla fine è successo… nonostante io stia rivedendo tutto il testo de Il paese dei ciechi (mantenendo fede al mio proposito iniziale per questa Permafrost Jam), in realtà sto concludendo anche la versione beta di Un gioco serio (quella che utilizzerò per i collaudi senza di me). Quindi fino all’ultimo sarò indeciso sul gioco da presentare a questa jam. <3