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(Questa è una recensione collettiva. Abbiamo deciso di condensare le nostre opinioni in un singolo commento, mentre i voti saranno assegnati da ognuno di noi.)

Infine caddero è un gioco in cui si interpretano alcune Idee e le si vede all’opera, tramite le loro incarnazioni, in un mondo in cui tutto è destinato a morire, cambiare o scomparire. Per far ciò si utilizza l’espediente narrativo delle città (non a caso l’ispirazione principale viene esplicitata al termine del testo: Le città invisibili di Italo Calvino ), luogo in cui le idee sono libere di esprimersi.

Il regolamento è sufficientemente chiaro e la ricchezza degli esempi (anche tramite un vero e proprio resoconto di gioco) fa pensare che con ogni probabilità il gioco sia stato anche provato prima di essere inviato alla jam.

La meccanica delle simpatie e delle ostilità ci ha colpito molto, in particolar modo per come viene poi sfruttata nella fase dell’epilogo. Anche l’utilizzo dello Straniero ci è sembrato particolarmente d’effetto. A tal proposito ci siamo chiesti se quella di non legare Minaccia e Straniero all’Idea che li partorisce sia una scelta di design consapevole. Senza averlo provato, ci sembra che la scelta opposta sia in grado di rendere l’interpretazione di quei ruoli più coinvolgente e tematicamente d’effetto. È solo uno spunto, in ogni caso; potremmo essere davvero fuori strada nel proportelo.

Va detto che, per quanto ci riguarda, Infine caddero è un gioco che giocheremmo seduta stante. Lo abbiamo trovato molto ben fatto, delicato e coinvolgente; il tema principale viene trattato in maniera accurata. Infine, è da apprezzare che il gioco permetta sia di mantenersi su toni fantastici e “leggeri”, sia di andare su toni (anche a livello di riflessioni personali) un po’ più pesanti.

Continua a svilupparlo!

Antonio, Daniele, Donato e Marco