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Con quanta efficacia il gioco affronta il tema della jam e ne rispetta l’obiettivo di design?

Senza troppi fronzoli il gioco sfrutta in tutto e per tutto i limiti di design imposti da questa jam, dal tracciare, aggiungere e dettagliare fino ad esplorare elementi della mappa. I limiti di lunghezza sono stati rispettati.

Quanto sono integrate le mappe nel design?

L’uso delle mappe come rappresentazione dello stesso spazio ma in diverse prospettive è ben visibile dal contrasto tra superficie e sottosuolo non solo di colore ma anche ben integrato con le regole.

Quant’è elegante il design del gioco?

Il gioco si presenta in realtà già come un prodotto di una fase successiva di stesura a quello di una jam (forse anche troppo): il testo estremamente raffinato e scorrevole fa calare già da subito il lettore nel mondo di METROpolis e a parte qualche refuso nelle regole, si può già dire di essere di fronte ad un gioco pronto per il blind playtest.

Quanto sono accattivanti il tono, l’atmosfera e lo stile del gioco?

La presenza di un’entità incombente e imbattibile (LORO), l’esplorazione del sottosuolo e della superficie, le leggende viventi di cui tutti vociferano e che si dovranno inevitabilmente incontrare (avvallando e/o negando quanto si decanta su di loro) il tutto costellato da costante tensione e minacce secondo me riesce a ricreare quel futuro distopico che è fonte principale di ispirazione di METROpolis.

Quanto sono facili da comprendere e utilizzare le regole del gioco?

A questa domanda è sempre difficile rispondere senza aver giocato. In linea di massima direi che sono state scritte in modo piuttosto chiaro. Forse alcuni passaggi sono meno chiari ma sono convinto che provarle al tavolo fugherebbe ogni dubbio da subito.

Conclusioni

Non ho veramente consigli da dare agli autori se non provare e continuare a lavorare sul gioco, già pronto per le fasi successive del game design. Complimenti!